Si, è tutto vero… è proprio lui… Philippe Gilbert!!!
Dopo due anni di vuoto, di smarrimento, di dominio pressoché incontrastato del fenomeno Peter Sagan, è tornato il campione vallone e lo ha fatto alla sua maniera.
A dire la verità le prime segnali di rivesglio si erano già viste qualche settimana prima della famosa classica dei muri, infatti, Philippe, era riuscito a piazzarsi secondo sia alla “Dwars door Vlaanderen” che alla “E3 Harelbeke” (dietro a Greg, il campione olimpico di Rio 2016).
Ma proprio quando tutti si aspettavano, giustamente, un colpo di scena firmato Greg Van Avermaet o un numero da fenomeno di Peter Sagan, ecco che spunta la classe e la grinta dell’ex campione del mondo di Valkenburg 2012.
La corsa letteralmente esplode già a 95 km dal traguardo su uno dei muri più famosi della corsa fiamminga, il Grammont, e lo fa per mano della Quick-Step Floors e di un determinatissimo Tom Boonen (il Re delle classiche monumento). Insieme al campione belga se ne vanno anche Luke Rowe (Team Sky), Sep Vanmarcke (Cannondale-Drapac), gli italiani Matteo Trentin (Quick-Step Floors), Sacha Modolo (UAE Team Emirates), uno splendido Gianni Moscon (Team Sky) e appunto Philippe Gilbert. Rimangano attardati i due favoriti di giornata: Peter Sagan e Greg Van Avermaet.
Ma è ai -55 km al traguardo, sul “Oude Kwaremont”, che si inizierà a scrivere una delle pagine più belle del ciclismo moderno, un’impresa d’altri tempi. Con una progressione micidiale, senza mai alzarsi sui pedali, Gilbert si porta in testa al gruppetto dei fuggitivi e forza l’andatura staccando subito i suoi compagni di fuga, compagni di squadra compresi. Inizia il “volo” verso il traguardo…
Nelle retrovie succede di tutto!! Tom Boonen rimane appiedato ai -36 km dal traguardo a causa di un doppio problema meccanico (prima alla sua bici poi anche alla bici di scorta), Sep Vanmarcke e Luke Rowe cadono uno sopra l’altro (cedimento meccanico?!) nel tentativo di andare a riprendere la testa della corsa. Quando mancano 17 km all’arrivo, però, succede una cosa più unica che rara: il campione del mondo, Peter Sagan, noto per le sue doti nel guidare la bici, cade dopo essersi scontrato contro la base di una transenna (e forse a causa di uno spettatore) e si porta a terra con se Van Avermaet e Naesen, i compagni di inseguimento. Il campione olimpico si rialza prontamente e rimonta in sella, ma per il campione del mondo in carica non c’è più nulla da fare se non arrivare acciaccato e sconsolato fino al traguardo.
Nel frattempo Gilbert sta letteralmente volando verso il traguardo in mezzo ad un mare di folla che lo incita, scala ad uno ad uno i muri delle fiandre come fossero rampe di garage, sembra fluttuare sui sanpietrini: è, e deve essere, la sua giornata!! Al suo inseguimento si è lanciato, nuovamente, Greg Vanavermaet accompagnato questa volta da Niki Terpstra (due clienti scomodissimi!) ma ormai è troppo tardi, la corsa ha scelto il suo “Re”.
Taglia il traguardo a piedi, come un gladiatore, alzando la sua bici sopra la testa, uno stremato ma felicissimo Philippe Gilbert. Un autentico eroe; autore di un’impresa sportiva che ci ricorderemo per parecchio tempo, che ha entusiasmato milioni di appassionati di ciclismo, e che non farà rimpiangere le gesta di campioni come Fabian Cancellara, fresco di ritiro, e Tom Boonen (ormai prossimo). Quindi….
Grazie Philippe e bentornato nell’olimpo!
P.S. Sapevamo che saresti tornato…ora dacci spettacolo.
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